A Napoli troverete molte attrazioni, una delle più importanti del centro storico è la bellissima Cappella Sansevero del Principe di Sansevero, Raimondo di Sangro. Arriverete alla conclusione che qui ci sono alcune delle statue di marmo più belle del mondo.
Purtroppo è vietato scattare foto all’interno della splendida cappella di famiglia, ma nel video qui sotto potete farvi un’idea della piccola ma magnifica cappella dei principi di Napoli.
Breve Storia della Cappella Sansevero
La costruzione iniziò intorno al 1590. Come ringraziamento per la guarigione da una grave malattia, il duca Giovan Francesco di Sangro fece costruire una cappella privata per venerare la Madonna della Pietà (che si può vedere sul medaglione sopra la porta d’ingresso).
Recentemente si è ipotizzato che dietro la fondazione ci fosse la moglie Adriana Carafa della Spina, per implorare pietà per il figlio Fabrizio, vittima in quell’anno di un omicidio passionale con l’amante adultera. Il figlio e successore del duca, Alessandro, fece ampliare il luogo di culto trasformandolo in una cappella funeraria in grado di ospitare tutti i membri della famiglia, come indica la lapide del 1613 posta sopra l’ingresso. La cappella che vediamo adesso è il frutto dei lavori effettuati da Raimondo de Sangro, Principe di Sansevero nel 1742.
Cosa vedere nel museo della Cappella Sansevero
Quando si muovono i primi passi nella Cappella Sansevero, le statue e i dipinti fanno subito impressione. Le statue più popolari sono La liberazione dall’inganno, Il Cristo velato e La verità velata.
Queste statue rendono questo museo uno dei più famosi di Napoli. In totale, nella cappella si trovano 28 capolavori, alcuni più belli di altri. I grandi artisti Corradini e San Martino realizzarono le statue nel XVIII secolo. Il bello è che danno vita a queste opere d’arte in modo meraviglioso. Un velo sui volti è come un vero velo di tessuto, quasi indistinguibile. Il XVIII secolo ha visto la presenza di scultori molto abili che hanno creato capolavori che possiamo ammirare ancora oggi.
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Il Cristo velato
Al centro della cappella si trova il famigerato Cristo velato di Guiseppe Sanmartino. Di gran lunga l’opera più famosa di questa cappella piena di mistero, il capolavoro di Sanmartino raffigura Cristo disteso in riposo. Il suo volto presenta un’immagine di pace agonizzante mentre il suo corpo ferito è avvolto da un sudario trasparente.
Ogni caratteristica del corpo sofferente di Cristo è rivelata attraverso il velo: i fori nelle mani e nei piedi, le costole infossate e trafitte, le vene ancora piene di sangue vitale. Accanto al suo corpo si trovano gli strumenti della passione, anch’essi scolpiti nel marmo: le spine crudeli e i chiodi ritorti, e le pinze usate per rimuoverli dalla sua carne. È come se i contorni del corpo senza vita di Cristo fossero resi ancora più esposti dal fatto di essere avvolti da un sudario.
Osservare la dignità e la vulnerabilità di questa scultura è un’esperienza incredibilmente commovente. Il folclore attribuisce la meraviglia del velo liquido a leggendari trucchi alchemici. Ma questo è falso, ed è solo grazie all’ispirato scalpello di Sanmartino che il Cristo velato è uscito dal marmo. Ciò che è e rimarrà vero è il perpetuo senso di stupore per questa scultura che non muore mai.
Statue delle virtù
Intorno al fulcro si trovano altre intricate sculture dedicate agli antenati della famiglia di Sangro. Sono rappresentate diverse virtù, tra cui l’educazione, l’autocontrollo, la liberalità, la dolcezza coniugale e la modestia. Raimondo di Sangro aveva opinioni eterodosse riguardo alle idee sulla conoscenza interiore e sulla perfezione. Si suppone che queste virtù simboleggino le sue convinzioni sulle diverse fasi del cammino verso l’illuminazione.
Dedicato al padre di Raimondo di Sangro, Antonio, il Disinganno di Francesco Queirolo raffigura un uomo che lotta per liberarsi da una rete impigliante. Molti hanno pensato che questa figura in lotta rappresenti Antonio che si pente dei suoi modi sibaritici dopo aver condotto uno stile di vita pandemico alla morte della moglie. Il globo ai suoi piedi è puntato da un piccolo spirito alato che rappresenta l’intelletto umano e che aiuta l’uomo a rimuovere la rete dei legami mondani.
Tutti coloro che passano davanti a questa statua rimangono sbalorditi dall’intricatezza della rete. Sebbene altri abili artigiani aiutassero spesso gli scultori nei loro studi, la creazione di questa delicata rete era una tale meraviglia che nessuno dei sottoposti di Queirolo osava metterci le mani sopra per evitare che si frantumasse sotto i loro strumenti. Ogni dettaglio è opera di un’unica mano esperta.
La Pietà
In termini di abilità artistica, la Pietà della Cappella Sansevero non è proprio una grande meraviglia. L’opera è attribuita a un ignoto manierista napoletano. Ciò che forse affascina di più del dipinto è la storia della sua realizzazione.
Questa immagine fu commissionata alla fine del XVI secolo da un uomo ingiustamente condannato alla prigione; tuttavia, un’apparizione miracolosa della Vergine gli permise di ristabilire la sua innocenza. Per ringraziare la Vergine, commissionò questo dipinto come atto di devozione. Ben presto, pellegrini provenienti da tutto il mondo si recarono a rendere omaggio a questa immagine.
Anche Giovan Francesco, duca di Torremaggiore, aveva una particolare devozione per questa immagine, che sosteneva lo avesse guarito dalla sua malattia. Per riconoscenza, fece costruire una cappella in onore della Vergine, che presto sarebbe diventata la base della Cappella Sansevero.
La volta della cappella
L’affresco illusionistico che decora il soffitto del Museo Cappella Sansevero fu una delle prime opere d’arte commissionate dal Principe. Completato da Francesco Maria Russo nel 1749, questo affresco, noto come la Gloria del Cielo, vanta una colorata congerie di angeli ed esseri che convergono al centro. I colori, di per sé sorprendenti, sono una meraviglia e rimangono brillanti come nel secolo della loro creazione.
Al centro dell’oro si staglia una colomba (simbolo dello Spirito Santo) coronata da un’aureola trinitaria. A illuminare ulteriormente l’affresco sono una serie di finestre che lasciano entrare flussi di luce su entrambi i lati dell’alto soffitto. Alla fine, questo affresco non soddisfece gli standard esigenti del principe, che chiese al figlio di cercare un altro pittore per perfezionare e abbellire ulteriormente il soffitto della cappella.
Biglietti per il Museo Cappella Sansevero
Dove comprare i biglietti?
I biglietti possono essere comprati all’entrata del museo oppure online sul sito del museo a questo link. Per quanto riguarda la guida privata con la possibilità di saltare la coda, potete verificarne la disponibilità qui:
Prezzi
- Biglietto ordinario: € 8,00 + € 2,00 diritti di prenotazione
- Biglietto ridotto (ragazzi da 10 a 25 anni): € 5,00 + € 2,00 diritti di prenotazione
- Bambini fino a 9 anni: € 0,00 + € 1,00 diritti di prenotazione
- Disabile con accompagnatore (due biglietti): € 5,00 + € 2,00 diritti di prenotazione
Prezzi delle audioguide
Audioguida singola: € 3,50 + € 1,00 diritti di prenotazione
Offerta “tandem” (due audioguide): € 5,00 + € 1,00 diritti di prenotazione
La durata delle audioguide è di circa 25 minuti.
Contatti & Orari
Orario: Il Museo è aperto tutti i giorni, dalle ore 9.00 alle ore 19.00, ed è chiuso il martedì. L’ultimo ingresso è consentito 30 minuti prima della chiusura.
Indirizzo: Via francesco de sanctis, 19 80134 Napoli
telefono: 081 5518470
sito web: www.museosansevero.it